Sovranità nell’Artico: perché è importante e le sfide per il Canada


Il Canada è posto oggi davanti a una sfida inedita: far convivere il quadro delle minacce e della competizione globale con la multidimensionalità del principio di sovranità artica, che include elementi come la protezione ambientale e lo sviluppo socio-economico del Nord, i diritti, la sicurezza e la partecipazione dei popoli artici alla gestione delle relazioni internazionali, anche con il “vicino” Stati Uniti e con l’altro gigante geografico artico, la Russia.

Laura Borzi, analista del Centro Studi Italia-Canada ed esperta di Artico e politica estera canadese si addentra in un articolo pubblicato sul sito web ufficiale del Centro Studi, nella complessità del significato di sovranità nel contesto dell’Artico canadese.

Rimasta al di sotto del radar della geopolitica per tutto l’ultimo decennio del secolo scorso, la regione artica è tornata oggetto di attenzione generale a partire dagli anni 2006-2007 a causa dell’accelerazione del riscaldamento climatico.

Attraverso il grimaldello della ricerca scientifica, della protezione ambientale e dello sviluppo sostenibile, molti attori, statali e non, hanno cercato di ottenere quella sorta di passaporto diplomatico rappresentato dallo status di membro osservatore del Consiglio Artico, il forum intergovernativo che dal 1996 costituisce il pilastro della governance al Nord.

Non è tanto (o soltanto) l’attrattiva degli idrocarburi a sensibilizzare gli interessi economici – che peraltro restano incentrati su attività industriali già avviate, come l’estrazione mineraria, la pesca e il turismo.

Al momento il nuovo protagonismo della regione è piuttosto di carattere politico- militare: la possibilità che le tensioni globali, in particolare la degradazione ininterrotta dei rapporti tra NATO e Russia e la competizione sino-americana si traducano in pericoli di conflittualità in Artico.

Il ritorno della politica di potenza a livello sistemico, connesso allo scioglimento dei ghiacci che si traduce in un’apertura di spazi precedentemente inaccessibili, ha avuto significativi effetti sulla percezione della sicurezza per gli Stati rivieraschi.

Questa circostanza assume una particolare valenza per i due giganti geografici, Russia e Canada la cui enorme dimensione territoriale artica (50% e 25% del Nord) influisce fortemente sulle rispettive culture e identità politiche.

In questo ambito vogliamo prestare attenzione alle dinamiche che il cambiamento climatico ha innescato sulla percezione di sicurezza di Russia e Canada occupandoci prevalentemente della dimensione della sovranità che, al Nord del pianeta, costituisce comunque per motivazioni geografiche una questione più complessa che altrove.

La sovranità di uno Stato, che in termini basilari significa che questi non riconosce un’autorità superiore sopra di sé, ai sensi del diritto internazionale si articola su 3 componenti: un territorio, una popolazione residente su questo territorio, un sistema di governo. 

Naturalmente l’importanza degli Stati nel difendere la loro sovranità nazionale ha a che fare con la sicurezza. Gli Stati difendono la loro sovranità prima di tutto per salvaguardare i loro interessi e i loro valori.

Se in passato, nel periodo che va dall’era moderna a pochi decenni fa, nel mondo delle frontiere uscito dalla pace di Wetsphalia, questa protezione avveniva essenzialmente tramite lo strumento militare, allo scopo di difendere il territorio dalle invasioni di altri Stati oppure contrastare rivolte interne, oggi la sicurezza (security e safety) deve essere considerata anche nell’aspetto della Human Security ad esempio a protezione del benessere della popolazione o la preservazione dell’ambiente.

Una questione alla quale anche la Russia sembra cominciare a prestare maggiore attenzione poiché la gestione delle sfide ambientali e umane mette alla prova la coerenza territoriale del Paese e dunque il rilancio dello sviluppo economico del Nord nel suo complesso.

La sovranità in Artico è un topic ricorrente nel discorso politico canadese. L’attenzione si concentra spesso sulla quantità di risorse da allocare proprio per la protezione della sovranità e alla sicurezza del Nord.

Se gli studiosi canadesi di relazioni internazionali sono particolarmente attenti all’aspetto della sovranità in Artico, gli osservatori esterni sono perplessi in merito ad una certa apprensione sul tema che caratterizza questo approccio del Canada rispetto agli altri Stati artici.

Tutti gli Arctic Five (i cinque stati del litorale artico: Canada, Danimarca, Norvegia, Russia e Stati Uniti d’America) sono, come il Canada, interessati alla risoluzione delle rimanenti e non numerose dispute territoriali all’insegna del diritto interazionale. Tuttavia, altrove, il tema predominante è la complessità delle minacce, in particolare quelle provenienti da altri Stati (Russia e Cina per l’Occidente) o gruppi di Stati (come l’Alleanza Atlantica per la Russia).

Le minacce attuali sono ormai evidenti anche per il Canada nel quale sembra cominciare a farsi strada la necessità di un non più procrastinabile aggiornamento del concetto di sovranità artica che si inserisca nel quadro della competizione globale in cui è rilevante l’analisi della minaccia al Paese nel suo complesso, non tanto in Artico ma attraverso l’Artico.

Il Canada, nazione di grande peso geografico nordico, ma di impronta ben più modesta nella politica mondiale, dovrà sostituire il concetto di sovranità artica con quello di difesa dell’intero territorio dalle minacce presenti e future, nella consapevolezza che il contesto internazionale che incide sull’Artico canadese è molto più problematico e incerto che in passato.

Leggi l’articolo completo qui: https://www.centrostudi-italiacanada.it/articles/sovranita-artico-canada
(cutpress/nwswr)

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